Escursione ad anello sul Monte Cuar

Published by Elena Feresin on

Un'escursione facile con vista pianura friulana

Panorama dal monte Cuar

Questa volta io e Stefano non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo ceduto alle tentazioni della sveglia domenicale e siamo rimasti a letto più di quanto facciamo prima delle camminate.

Monte Cuar… o Monte Festa?

La meta era già decisa. Avremmo continuato il filone del primo conflitto mondiale con una passeggiata sul Monte Festa.
Come Monte Festa? ti chiederai. Il titolo dice Anello Monte Cuar. E infatti sul Monte Festa non ci siamo mai arrivati, frenati ancora prima di cominciare al parcheggio strabordante di auto.

So che può sembrare un controsenso che una con un blog di camminate, si indisponga per un paio di macchine in più ma è proprio così. Dopotutto vorrei possedere una baita sperduta nel bosco, la folla mi piace ma fino ad un certo punto e di certo non in cima alle montagne.

Così cambiamo meta in corner e per questa camminata autunnale scegliamo il Monte Cuar sul quale non sono mai stata.

Come raggiungere il Monte Cuar

La strada asfaltata che porta al principio della nostra gita è un serpentello sottile e arzigogolato che parte dal centro di Avasinis e si snoda nel bosco fino all’imbocco del sentiero CAI 816. Questi chilometri in solitaria, accompagnati solo da Bruce Springsteen in sottofondo, mi fanno ben sperare per il cambio di meta.
Anche qui le vetture non mancano ma ormai è tardi per cambiare di nuovo quindi iniziamo quello che ho definito un evergreen trekking.
Sul Cuar intraprenderemo un percorso ad anello. Saliremo in vetta con il sentiero 816 per poi riscendere verso Malga Cuar con l’815. Quest’ultimo ci condurrà al punto di partenza.

Partenza Sentiero CAI 816 - Monte Cuar
Partenza Sentiero CAI 816 – Monte Cuar
Salita Sentiero CAI 816 - Monte Cuar
Salita Sentiero CAI 816

Perchè e quando dovresti salire sul Monte Cuar

Il motivo delle tante auto è presto spiegato. Il sentiero tira su bene ma non ha altre difficoltà se non la pendenza. Niente di esagerato però, la salita è affrontabile da tutti con un po’ di pazienza. Bastano pochi metri per innalzarsi oltre gli alberi e scorgere il paesaggio tutt’attorno, che si spinge fino al mare da una parte e verso la Carnia dall’altro.

Dato che il Monte Cuar è una camminata che può essere fatta tutto l’anno, ti consiglio di scegliere bene quando visitarlo. L’anello del Monte Cuar può essere fatto in qualsiasi periodo dell’anno e con quasi qualsiasi tempo atmosferico. Lo eviterei solo a luglio e agosto perché buona parte del sentiero è in battuta di sole.

Soprattutto però, cerca un momento per godere del Cuar quando può essere solo tuo. Le chiacchere si trovano ovunque, ma l’emozione di godere della natura senza distrazioni è unica.

Com’è il sentiero che sale al Monte Cuar

Il sentiero ci guida in cima alla montagna alternando spazi aperti ed erbosi a tratti coperti nel sottobosco. Più ci si alza, più il panorama diventa mozzafiato. Le montagne sono avvolte dal sole ma sulla pianura del Friuli-Venezia Giulia aleggia una sottile coperta di foschia quasi come nel famoso quadro di Caspar David Friedrich. I raggi solari che riescono a filtrare oltre la coltre convergono tutti sul Tagliamento, che da quassù pare infinito.

Pianura Friulana dal Monte Cuar

Conquistiamo la vetta ma è così affollata che non riusciamo nemmeno ad avvicinarci alla Madonnina o alla campanella. Fatta eccezione per qualche foto ci muoviamo di fretta per trovare uno spazio in cui mangiare e godere del panorama da soli.
Lasciamo la cima senza abbandonare la cresta. Il verde dei prati sta lentamente cedendo il passo all’inverno. Lo steccato della malga segue parallelo il sentiero e si perde a vista d’occhio verso il Cuel dal Poz e la croce di vetta del monte Flagjel. Il paesaggio mi ricorda la mia amata Scozia e in particolare l’Arthur’s Seat, il colle di Edinburgo, oppure la schiena di un drago addormentato.

Rifocillati e infreddoliti ci avviciniamo alla malga e da lì prendiamo il sentiero 815 fino all’auto. La discesa, molto meno ripida della salita, si sviluppa interamente nel sottobosco. I piedi affondano nel mare di foglie e, come bambini, io e Stefano li trasciniamo per far si che il suono dell’autunno copra tutto il resto.

Monte Cuar

 Se deciderai di farlo ti consiglio di percorrerlo come lo abbiamo fatto noi. Andata con sentiero 816 e rientro con l’815. Salire con l’815 è sicuramente meno dispendioso per il fiato ma scendere dall’816 rischia di essere più complicato, se non pericoloso, soprattutto quando il terreno è bagnato.

Sentiero CAI 815 - Monte Cuar

Un’escursione che non mi ha convinta del tutto

Detto questo, mentirei se dicessi che questa camminata autunnale mi è piaciuta.
Il paesaggio e il sentiero che il Monte Cuar offre sono emozionanti e non vedo l’ora di gustarmeli di nuovo. Credo che però lo farò quando il meteo non è dei più promettenti oppure durante un giorno di ferie infrasettimanale.
Ho aperto questo blog perché adoro andare in montagna. Mi piacciono non solo i paesaggi ma anche la gente che puoi incrociare lungo i sentieri oppure in rifugio. Il bello della montagna è che è un ambiente molto democratico, la fatica è uguale per tutti e non ci sono scorciatoie. Se decidi di dedicare il tuo tempo libero ad un’attività che di primo acchito ti fa sentire di merda e mette in luce tutte le tue debolezze o sei pazzo oppure sei così stufo di quello che c’è “in pianura” che pur di evitarlo affronteresti anche il più ripido dei ghiaioni in ginocchio.

Monte Cuar

Questo è quello che mi ha insegnato l’alpino di casa, papà. Credo che il primo “In montagna non si urla, risparmia fiato” sia arrivato quando ancora mi portava lui in spalla. Per il resto mi è sempre stato detto di parlare poco e ascoltare tanto. Il cigolio degli alberi, il fruscio delle foglie, lo scorrere di un torrente oppure l’avvicinarsi di un temporale. Sono cresciuta sapendo che la confusione è “giù” (o in Rifugio) e la pace è “su”. Se le hai viste, capirai quindi il perché delle mie storie scocciate.

Vorrei che quanta più gente possibile si avvicinasse alla cultura della montagna, altrimenti non avrei aperto questo blog. Ma non così. La montagna è uno stile di vita, uno stato d’animo, una cura contro i mali del cuore. Non un’alternativa come un’altra al centro commerciale o un modo per sfuggire alle restrizioni del Coronavirus. Se la intendi in questo modo, mi dispiace dirtelo ma cambia hobby.
Sui monti la parola chiave è rispetto. Rispetto per gli altri, che affrontano come te un ambiente inospitale e che probabilmente lì vi cercano pace. Soprattutto rispetto per i monti stessi.

La montagna odia gli stupidi e la leggerezza si paga a caro prezzo


Per questo odio vedere la folla sui cocuzzoli.
Una cara amica mi ha detto che invece di lamentarmi per la gente, nelle stories avrei fatto meglio a raccontare solo il paesaggio. Non sono d’accordo. Voglio trasmettere la montagna per come la intendo io, non perché io sia un’autorità in materia ma perché è quella che è stata insegnata a me da tutti i montanari che conosco.

Monte Cuar

Riepilogo Escursione sul Monte Cuar

  • Lunghezza: 6,5 km per tutto l’anello
  • Dislivello: 650 mt
  • Tempi: 2h30 
  • Sentiero CAI: 816 e 815

Elena Feresin


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