Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt
Published by Elena Feresin on
Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt in Val Alba: una camminata autunnale in Friuli Venezia Giulia per esplorarne la zona più selvaggia

Il Bivacco Bianchi e il Rifugio Vualt sono due strutture non gestite della Val Alba, una valle particolarmente selvaggia del Friuli Venezia Giulia.
Se il Bivacco Bianchi siede su uno sperone soleggiato privo di alberi, il sentiero per arrivarci si snoda in un fitto bosco di faggi, perfetto per ammirare il foliage autunnale.
Io e Stefano abbiamo intravisto la costruzione durante il bellissimo documentario di Ivo Pecile e Marco Virgilio sulle Alpi Carniche e, essendo la zona sconosciuta ad entrambi, ci è subito sembrato un buon modo di esplorarla, abbellita dal suo suggestivo vestito autunnale.
Guida verso Moggio Udinese e oltrepassa il paese spingendoti nelle profondità della valle.
Supera un piccolo nucleo di case chiamato Pradis e infine devia a destra verso la nostra destinazione.
La strada, che si intrufola sotto ad una galleria di alberi color ambra, è stretta ma ben preservata e già da essa abbiamo un assaggio del paesaggio che ci attenderà lungo questa camminata in Val Alba.
Lungo la strada troverai dei cartelli dedicati che ti porteranno fino al ristretto parcheggio del Rifugio Bianchi e Bivacco Vualt.
Riepilogo Escursione Traccia GPX
- Km totali: 12
- Dislivello: circa 800 D+
- Altitudine min.: 1059 slm
- Altitudine max.: 1718 slm
- Tempo: 4 ore (pause escluse)
- Sentieri CAI: 450 e 428
- Difficoltà: EE
- Bambini: Se abituati a camminare
- Cani: Sì.
- Punti d'appoggio: i due rifugi, non gestiti
Camminata al Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt: il percorso in breve

Dal parcheggio incamminati sul sentiero CAI 450, sulla destra. Nel caso in cui risulti inagibile, come quando abbiamo fatto noi questa escursione, incamminati in direzione Rifugio Vualt. Dopo una breve salita asfaltata troverai sulla destra le indicazioni per tornare sul sentiero 450.
Per tre quarti del suo percorso, questa gita si svolge nel sottobosco e il primo tratto non fa eccezione. Per circa un chilometro il sentiero si snoda con un piacevole faslopiano.
A salita iniziata si incontrano due bivi.
- Il primo cambia il numero di sentiero dal 450, che prosegue verso Casera Crostis, a 428 che invece continua verso il Bivacco Bianchi.
- Il secondo bivio indica la prosecuzione della gita verso destra, sempre sul sentiero 428, andando a sinistra infatti si può tornare direttamente al Rifugio Vualt.
Dal bivio in poi la pendenza si fa più importante. A tratti è difficile seguire il sentiero poiché per terra non è segnata una vera e propria traccia, per avanzare è necessario affidarsi ai soli segni sugli alberi.
Ad un certo punto, il percorso si sposta in prossimità del crinale della montagna, senza mai essere esposto tuttavia. Al termine di questa porzione, il bosco viene sostituito da una vegetazione più bassa.
Qui il sentiero ricorda una scalinata di roccia che incrocia l’unico tratto potenzialmente pericoloso dell’escursione al Bivacco Bianchi: una cengia rocciosa discretamente esposta.
Conluso questo tratto, il percorso riprende a salire in maniera tranquilla fino a raggiungere l’assolato avamposto del Bivacco Bianchi.
Il percorso di rientro è il medesimo dell’andata. Per includere anche la visita al Rifugio Vualt, in corrispondenza del bivio di cui sopra, svolta a destra e prosegui fino al Rifugio. Chiudi la camminata ritornando alla macchina.
La perfetta camminata autunnale in Friuli Venezia Giulia: Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt
ATTENZIONE: La nostra camminata al Bivacco Bianchi (ottobre 2020) inizia con un piccolo dubbio. Alcuni cartelli segnalano che il sentiero 450 è in parte chiuso ma i nastri divelti ci impediscono di capire a che altezza.
Avanzando adagio, incrociamo una coppia che ci rassicura sulla percorribilità del sentiero benché per qualche metro costeggi una frana. Solo al ritorno capiremo quel era il percorso esatto da seguire, quello descritto nel riepilogo dell’escursione.
Al Bivacco Bianchi in autunno, un sottobosco da fiaba
Superato il momento di incertezza, possiamo concentrarci su ciò che ci circonda. Parlando di boschi e foreste, i paragoni con il mondo delle favole si sprecano ma in questo caso sono particolarmente azzeccati.
Sopra le nostre teste, oltre le chiome rigogliose degli alberi, splende il sole e il cielo è azzurro. Dal sottobosco però è quasi impossibile cogliere il colore del cielo.
Sono le nove del mattino, ma la penombra e il tono aranciato della luce, dato dalle foglie autunnali, ci dà la sensazione di essere nel tardo pomeriggio.
Camminiamo da soli. Siamo accompagnati solo dal canto degli uccelli e dall’insinuarsi del vento tra gli alberi che ricorda una vecchia porta che cigola.
La passeggiata fin qui è piacevole ed in piano, anche se basta una veloce occhiata allo smartwatch per capire che la salita non si farà attendere ancora a lungo
Infatti, dopo un paio di guadi, eccola davanti a noi.
Camminare in Friuli e perdersi nei boschi

Il bosco è un labirinto e i segni CAI sugli alberi sono il nostro filo di Arianna. I pensieri svaniscono, guardiamo i faggi ondeggiare sopra le nostre teste. Siamo talmente immersi in quello che ci circonda che un paio di volte ci allontaniamo dal sentiero.
Ad attenderci al bivio, come nelle migliori favole, troviamo un segnavia in legno che ci invita a proseguire verso destra per raggiungere il Bivacco Bianchi.
Ci avviciniamo al crinale della montagna e, protetti dal limitare del bosco, scorgiamo il panorama attorno e tra le fronde. Pare di guardare il rosone di una cattedrale in controluce, noi siamo all’ombra, gli alberi più vicini a noi sono color pece e oltre esplode il colore.
La cengia rocciosa: il pezzo più difficile del sentiero per il Bivacco Bianchi

Quando usciamo dal bosco, risaliamo velocemente il pendio con un sentiero a zig zag.
La scalinata naturale che serpeggia tra i mughi ci accompagna all’unico tratto esposto dell’intero sentiero: una cengia ricavata dalla roccia. Il passaggio è sufficientemente largo ma questo pezzo può far affiorare qualche vertigine a chi ne soffre.
Dal canto mio, l’ho affrontato come dovrebbe affrontarlo qualsiasi montanara: con la testa bassa e ripetendomi “Non guardare giù”.
Il Bivacco Bianchi

Il Bivacco Biacco si trova si erge su un promontorio e rappresenta l’unico baluardo visibile di vita umana in una valle che è quanto di più selvaggio si possa trovare in Friuli Venezia Giulia.
La vista è spettacolare e Stefano mi elenca le cime davanti a noi: il Vualt, il Grauzaria (qui l’articolo sul Rifugio Grauzaria), il Sernio, il Chiavals e il Zuc dal Bor.
Il bivacco è stato recentemente ricostruito e, nonostante manchi della solita latta rossa, risulta molto confortevole. Noi ci fermiamo quello che basta per uno spuntino, alcune (molte) foto e qualche risata.
La passeggiata Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt

Per tornare al Rifugio Vualt dal Bivacco Bianchi ripercorriamo lo stesso sentiero dell’andata. Al bivio svoltiamo a destra per raggiungere il Rifugio Vualt.
Il Rifugio Vualt è adorabile e accogliente. Circondato dal bosco, ricorda vagamente la mia baita de miei sogni. Cullata dalla foresta e riscaldata dal gentile sole di ottobre mi stendo sulla panca accanto alla porta come se fossi a casa. In un certo senso, lo sono.
Io e Stefano mangiamo il nostro panino e ripartiamo alla volta di casa.
Perchè visitare il Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt
Il trekking al Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt potrebbe apparire poco vario ai più esigenti, ma io l’ho trovato perfetto per ammirare il foliage.
Dal Bivacco Bianchi partono inoltre diversi sentieri e altrettante mete che, appoggiandosi al Bivacco, si possono fare in più di una giornata.
Benchè sia adatto all’autunno, consiglierei questa escursione in Friuli anche per l’estate, poiché il bosco può fornire una discreta protezione dal caldo.

Escursione Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt: è difficile?
La camminata al Bivacco Bianchi e Rifugio Vualt non è tra le più difficili del Friuli Venezia Giulia, richiede tuttavia un po’ di allenamento.
Se sei alle prime armi puoi comunque fare il giro al Rifugio Vualt svoltando a sinistra al secondo bivio che incontrerai se farai il nostro stesso giro.
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