Le Otto Montagne di Paolo Cognetti​

Published by Elena Feresin on

Le otto montagne: una storia di amicizia tra le montagne della Valle D'Aosta

Alcuni libri ci colpiscono per la loro prosa, altri per la storia o i personaggi, di alcuni ci affascina l’ambientazione. Di Le Otto Montagne di Paolo Cognetti mi hanno colpito tutti i dettagli di cui sopra, ma soprattutto, il fatto di riconoscere tra le righe un’anima affine alla mia.

Ho riconosciuto un montanaro scrittore che ha voluto mettere nero su bianco i posti che ama e ambientarci una storia possibile e reale, in cui la montagna è un personaggio più che una semplice ambientazione.

Valutazione:

3.9/5

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Trama di Le Otto Montagne

Pietro abita a Milano ma i suoi genitori sono originari del nordest e amanti della montagna. Dopo anni trascorsi in città, i genitori prendono una casa in affitto a Grana, un paesino alle pendici del Monte Rosa in Valle d’Aosta. Lì, Pietro impara a conoscere la montagna camminando un passo dietro al padre, ma soprattutto conosce Bruno con cui instaurerà un’amicizia lunga una vita. Le vite di Pietro e Bruno procedono intrecciate ma parallele, così diverse da essere simili.

Vista su Grana

Pietro ha genitori presenti, Bruno è lasciato a sé stesso. Uno vive a Grana solo d’estate, l’altro non la lascia mai. Il primo si ribella a quello che i genitori vorrebbero per lui, il secondo si piega al volere dei suoi reprimendo le proprie capacità.
Pietro viaggia fino agli estremi del mondo, Bruno non si sposterà mai da Grana.

Il fulcro di tutto è la montagna che in questo romanzo non è solo ambientazione ma un vero e proprio personaggio, presentato con tutte le sue luci e le sue ombre. Un luogo di pace e bellezza in netta contrapposizione agli squallidi sobborghi di Milano ma anche prigione fisica e mentale. Salvezza e pericolo. Spensieratezza e dovere. Riflette come uno specchio i rapporti tra i personaggi e le loro interazioni

Alla morte del padre, Pietro eredita un piccolo appezzamento di terreno nei pressi di Grana entro i cui confini c’è il rudere di una baita.

Pietro e Bruno restaurano assieme la baita trasformandola in una malga che verrà gestita da Bruno. A lavoro finito, Bruno conosce una ex fidanzata di Pietro e se ne innamora. I due hanno una figlia e per un periodo gestiscono assieme la malga.

Mentre Pietro lascia spesso l’Italia per perseguire la sua carriera di documentarista, l’attività di Bruno va a rotoli così come la sua relazione.

Rimasto come eremita tra le montagne , con solo Pietro a fargli visita, Bruno muore durante l’inverno vittima di un fatale incidente tra le montagne.

Cosa mi è piaciuto di Le Otto Montagne

È probabile che chi ama la montagna amerà questo romanzo, premio Strega nel 2017, poiché ritroverà in esso i propri paesaggi del cuore e le proprie sensazioni. “Le otto montagne” però è soprattutto un libro scritto da un montanaro per non montanari. Con uno stile immediato e semplice riesce ad avvicinare la montagna anche a chi non la conosce.

Se lo paragono ai testi di Mauro Corona trovo in questi ultimi una montagna verace e vera ma allo stesso tempo “elitaria”. Mauro disvela il suo mondo ai lettori ma al contempo costruisce un muro invalicabile tra coloro che in montagna ci sono nati e quelli che invece non potranno capirla mai.

Nel libro di Cognetti, forse proprio perché è un montanaro nato in città, quel muro viene abbattuto e con le sue pietre viene costruito un ponte in cui il lettore cammina assieme a Pietro e in cui Bruno accompagna con mano tesa.

Cosa non mi è piaciuto di Le Otto Montagne

Quello che forse mi ha convinto meno è la vena autobiografica del romanzo. Scritta in prima persona, la storia lascia spesso intendere che quella descritta sia la vita dell’autore. Pur non conoscendo Cognetti, ho inteso che la realtà è ben diversa. È stato quindi a tratti frustrante non riuscire a distinguere la finzione dalla verità.

Perchè leggere Le Otto Montagne di Paolo Cognetti

Da friulana è stato piacevole girovagare virtualmente tra le montagne del lato opposto del nord Italia rispetto al mio Friuli.

È stato piacevole trovare tra le righe pensieri che io stessa faccio. Ritrovarmi con Pietro alle calcagna del padre proprio come accadeva a me da piccola.

Durante un corso di scrittura creativa mi dissero che una storia è buona quando riesce a cambiare il modo di vedere la realtà del lettore e a legarsi in modo indissolubile ad un oggetto (come succede, ad esempio, con la Madeleine di Marcel Proust).
In questo caso, ho adorato il concetto che ognuno di noi ha una propria quota in montagna.
Vale a dire un’altitudine o un ambiente in cui si sente a proprio agio.

Da quando ho letto “Le Otto Montagne” ci ho riflettuto spesso, ogni volta in cui ho messo i piedi tra i monti. Come puoi intuire dalla sezione Escursioni del blog, sono abbastanza sicura che la mia zona di confort stia cambiando. Prima mi sentivo al sicuro solo nei pressi dei rifugi, ora sto meglio a quote più alte su tracce meno battute a patto che ci siano boschi e pascoli. 

Ho amato anche la storia delle Otto Montagne che dà il titolo al libro, ma questa spetta a te scoprirla.
Una storia che in realtà si chiude con una domanda la cui risposta si può trovare solo compiendo questo “avventuroso viaggio alla continua ricerca di una strada per riconnettersi.

Elena Feresin

Categories: Libri

3 Comments

Silvia Vettori · Ottobre 11, 2021 at 8:28 pm

Ho adorato anche io questo libro e, come te, mi trovo spesso a chiedermi quale sia la “mia” quota. Eppure, ogni volta che mi do una risposta, il giorno dopo sarei pronta a tutto per cambiare opinione!
P.S. Quest’estate in Valle d’Aosta ogni baito abbandonato fatto di pietre con il tetto in ardesia mi riportava a queste pagine.

    Elena Feresin · Ottobre 12, 2021 at 6:29 am

    Ci pensavo anche io mentre guardavo le tue storie =). Anche se sono mete poco “conquistabili” penso che la mia siano i boschi e pascoli =)

LORENZO COLAVIZZA · Giugno 28, 2022 at 2:38 pm

È un libro che mi è piaciuto molto dove le relazioni familiari si mescolano con storie di montagna.
Concretezza dei personaggi che si sposa con la filosofia e il pensiero di diverse generazioni. Ho adorato le varie forme di comunicazione dei personaggi.
È un libro che mi ha fatto fare un tuffo nel passato e riportato alla mente alcuni amici.

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