Le mie parole della montagna: F come Fumate
Published by Elena Feresin on
Le mie parole della montagna: F come Fumade

Nella Baita della Scrittrice, le parole sono importanti.
Ispirandomi al libro di Mauro Corona e Matteo Righetto “Il Passo del Vento“, ho deciso di scrivere il mio sillabario alpino. Le mie parole di montagna mirano a descrivere ciò che mi affascina di più delle terre alte.
Alcune parole saranno in inglese. Alcune in italiano. Altre, inevitabilmente, in Friulano, la lingua del Friuli-Venezia Giulia.
In effetti, la prima parola è proprio fumate. Comunemente usata durante le escursioni in Friuli-Venezia Giulia, descrive la nebbia di montagna meglio di qualsiasi altra parola che conosco.
F – Fumate
Il Friuli-Venezia Giulia è il figlio naturale dei mari del sud e dei venti del nord-est. Le materne Alpi proteggono la terra dalle tempeste del continente. L’acqua coccola le dolci colline e le nuvole si infrangono contro le rocce salate delle montagne.
In mezzo, la nebbia copre la terra. In montagna quella nebbia umida si chiama “fumate”. Il nome ha la sua origine nella parola fumo. Evoca bene il modo in cui la fumata rotola sopra pietre e vette come un’onda di fumo baganto. La fumata scivola sui rifugi e sui pascoli, copre foreste, nasconde sentieri. Si può ammirare la fumate che scende dal cielo o che sale dalla valle. In ogni caso, una volta arrivata la fumata non c’è modo di fermarla o di trovare un riparo naturale. Quando tutto è sfocato e annebbiato, l’opzione migliore è rimanere fermi e non avventurarsi su nessun sentiero.
La fumate ha un fascino pericoloso. Un passo falso e la morte arriva, ma nel profondo bianco del suo grembo, si nasconde l’unica occasione per l’umanità di stare pelle a pelle con le nuvole.
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