Pal Piccolo

Published by Elena Feresin on

Pal Piccolo: sulle tracce della Grande Guerra nel cimitero più bello del mondo

Pal Piccolo

Fiore di Roccia di Ilaria Tuti ha fatto emergere tra il grande pubblico la storia del Pal Piccolo e delle portatrici Carniche. Ti posso garantire che anche a distanza di anni rimane una delle escrusioni in Friuli Venezia Giulia che più mi ha segnata, portandomi quasi alle lacrime. La visita al Pal Piccolo non può lasciare indifferenti e. dovrebbe essere obbligatoria.  

Spero di riuscire a trasmetterti almeno un po’ dell’emozione che ho provato io salendo qui sopra.

Il punto di partenza dell’escursione è il passo di Monte Croce Carnico. Per raggiungerlo da Udine guida in direzione nord fino a Tolmezzo lungo la statale SS52.

Prosegui oltre il capoluogo carnico guidando verso Paluzza. Continua oltre superando Cleulis e Timau e infine raggiungi il Passo di Monte Croce Carnico. Qui puoi lasciare l’auto.

ATTENZIONE: l’ultimo tratto di strada prima del passo è tutto fatto a curve.

Riepilogo Escursione

Puoi affrontare la escursione al Pal Piccolo in tre modi:

  • Salita e discesa dal versante austriaco esposto a nord
  • Salita e discesa dal versante italiano esposto a sud
  • Salita dal versante austriaco e discesa dal versante italiano. I dettagli sotto fanno riferimento a questo caso.

L'escursione al Pal Piccolo in breve

Una volta parcheggiato al Passo di Monte Croce Carnico, incamminati verso il confine austriaco. Sulla destra, proprio tra la parete della montagna e la vecchia struttura del confine troverai il passaggio che ti porterà all’inizio del sentiero.

Si da subito troverai resti bellici. Ti verrà voglia di avventurarti tra le trincee ma il mio consiglio è di non perderci troppo tempo e salire direttamene sul Pal Piccolo. 

ll percorso si sviluppa su un sentiero stretto ed esposto che però, alemno a me, non ha fatto particolare impressione. La vegetazione è bassa quindi ti sarà sempre possibile ammirare il paesaggio mentre sali.

Man mano che ti avvicini alla cima, il paesaggio si fa più brullo e le fortificazioni belliche si fanno più evidenti. Troverai delle grotte sulla destra e il sentiero che prosegue sulla sinistra.

Una scala ripida e mozzafiato ti porterà sulla cima del Pal Piccolo, sito del Museo a Cielo Aperto.

Perditi tra le trincee, esplora, se sei credente recita una preghiera, ammira le cime vicine, rifletti, annusa i fiori, tratta ogni cosa con rispetto.

Fatte tutte queste cose puoi incamminarti verso il versante italiano, che noterai per il diverso colore dei segnavia (gialli in Austria, bianchi e rossi in Italia). Segui il sentiero CAI 401 fino al Passo di Monte Croce Carnico. Il sentiero è più largo di quello austriaco e presenta un solo punto critico su delle rocce lisce. Una volta trovato il sentiero non ci sono deviazioni.

Quando visitare il Pal Piccolo

La gita al Pal Piccolo rientra senza dubbio nelle escursioni estive. Se le condizioni meteo e il tuo allenamento  lo consentono, puoi valutare l’idea di una gita anche in altre stagioni dell’anno.

In primavera o in autunno, potresti preferire salire e scendere solo dal versante italiano la cui l’esposizione dovrebbe garantire meno rischi di residui nevosi o di ghiaccio.

Pal Piccolo: non la solita gita della domenica

Ho insistito parecchio per essere portata quassù, ma mentre ci avviciniamo in macchina provo un senso di inquietudine che mi accompagna fino al parcheggio.

Il passo di Monte Croce Carnico pullula di quella allegra accozzaglia conviviale, tipica dei passi montani. Gente che si prepara a camminare o arrampicare, motociclisti che affondano i baffi nella schiuma della prima birra ghiacciata del giorno e gli adesivi che ricoprono ogni segnaletica.

Io e Stefano ci prepariamo in silenzio. Indossiamo le nostre scarpe da trail, io mi crogiolo nel riflesso dei finestrini e ammiro i miei nuovi pantaloni tecnici. Infine, ci carichiamo sulle spalle lo zaino, riempito di pochi indumenti, acqua e panini e ci incamminiamo verso l’Austria. 

Il versante austriaco

Mentre oltrepassiamo gli edifici semi abbandonati del confine, sento il primo nodo alla gola.

Penso a quello che è successo circa 500 metri sopra le nostre teste cent’anni fa e rifletto su quanto sia eccezionale entrare in terra “nemica” senza nemmeno mostrare un documento.

A darci il benvenuto in Austria ci sono solo le pale eoliche. I metri di dislivello sono pochi ma il sentiero è tortuoso e a volte esposto. Io, che di solito mi faccio bloccare proprio dai sentieri esposti, questa volta procedo spedita. 

Ci fermiamo solo di tanto in tanto a bere e ad ammirare il paesaggio. Ci vogliono comunque un paio d’ore per raggiungere la cima del Pal.

vecchie fortificazioni austriache prima guerra mondiale

Quasi in cima, incrociamo il primo cunicolo che si insinua nella montagna come un intestino ritorto che emana un alito gelido.

Mi immedesimo in chi viveva questi luoghi e mi manca il respiro. Proseguendo troviamo altre gallerie, scale vertiginose e ciò che rimane di una cucina.

La fatica della salita è già dimenticata, anzi, considero, non è stata nemmeno fatica.

scale su pendio montagna

Questo gozzoviglio caotico è ormai un pulito e ordinato museo a cielo aperto, sistemato dalla collaborazione di Italia ed Austria.

Quando tocchiamo la croce di vetta mi rendo conto che la cima, in realtà, non esiste più. Le bombe e il lavoro instancabile dei soldati hanno rotto e consumato la punta della montagna come se fosse quella di una matita. Come un vulcano a cui è scoppiata la calotta.

Pal Piccolo: un cimitero a cielo aperto

Mentre cammino tra le trincee e seguo le indicazioni stradali che danno un senso al caos, mi viene in mente il labirintico cimitero di Parigi Père-Lachaise. Il paragone forse è azzardato, ma in fin dei conti questo luogo ha visto più morte del camposanto francese.Il vero cimitero monumentale friulano, ma non solo, si trova quassù. 

Non ci sono lapidi perché l’intera montagna è un enorme sepolcro, che custodisce le anime di chi è stato mandato qui verso morte certa. 

Non ci sono bandiere perché per madre natura i confini non esistono, e Italia e Austria si amalgamano l’una con l’altra senza soluzione di continuità.
Le pietre di ogni trincea sono la testimonianza silenziosa e ignota di chi non c’è più.

Ci sono i fiori però. Tanti, colorati, profumati e popolati da vivaci insetti, come a ricordarci che da qualcosa di terribile può nascere qualcosa di bello. 
Come dalla guerra, in fin dei conti, è nata l’Europa. 

trincee prima guerra mondiale

Come nasce l'Europa

Essere cittadini europei ci consente dopo cent’anni di visitare il Pal Piccolo durante una spensierata gita domenicale. Grazie all’Europa possiamo salutare con un amichevole Ciao o Guten Tag l’austriaco dalle gote paonazze che incrociamo all’interno delle asfissianti trincee.

Io e Stefano ci sediamo in disparte per addentare il nostro panino. Stefano mangia ma la mia mente si arrovella finchè non ne può più. Estraggo il mio diario delle gite in montagna e scrivo. 

Scrivo che mi sembra strano essere in questo luogo, ridere e scherzare sapendo il sacrificio che ogni mia risata ha richiesto. Scrivo del senso di gratitudine che sento nei confronti di chi mi ha permesso di essere qui ed udire solo il sibilo del vento anziché quello delle bombe.

ragazza in una trincea

Perchè visitare il Pal Piccolo?

Credo che una gita al Pal Piccolo dovrebbe essere obbligatoria per tutti coloro che hanno le possibilità fisiche di raggiungerlo.

 La passeggiata qui dovrebbe servirci da promemoria ogni volta che ci sentiamo arrabbiati verso le istituzioni europee. La politica può essere sbagliata ma l’idea di un’Europa unita e amica no. 

Concludiamo il giro scendendo il versante italiano. Il sentiero CAI 401 è in piena battuta di sole ma, arrivata all’auto continuo a guardarmi indietro, conscia di aver visitato un luogo che mi ha cambiata per sempre.

Fiore di Roccia di Ilaria Tuti

Mesi dopo la gita al Pal Piccolo mi sono ritrovata a leggere Fiore di Roccia di Ilaria Tuti. Mentre leggevo la storia Agata si accavalla ai miei ricordi in un continuum che faceva spesso affiorare una lacrima agli occhi.

Sono stata comunque contenta di aver letto il romanzo DOPO l’escursione sul Pal Piccolo perchè in questo modo ho potuto creare ricordi esclusivamente miei.

Se hai letto il libro tuttavia, salire al Pal Piccolo ti consentirà di dare un’ulteriore dimensione alla storie e popolerà la tua immaginazione di dettagli, paesaggi e profumi.

copertina Fiore di Rocci di Ilaria Tuti

Elena Feresin


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