Rifugio Corsi e Malga Grantagar

Published by Elena Feresin on

Rifugio Corsi e Malga Grantagar: la camminata in Friuli Venezia Giulia che ti lascerà senza parole

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Il Rifugio Corsi e Malga Grantagar sono la riprova di quanto, a volte, sia difficile accorgersi della bellezza che ci sta vicino.

Se il Rifugio Corsi fosse in Trentino Alto Adige, non sarebbe chiuso da anni. Ecco la frase che mi sono detta appena arrivata alla meta. Il motivo di questa mia affermazione ti sarà chiaro continuando a leggere e guardando le foto. Sappi solo che se deciderai di fare questa camminata in Friuli Venezia Giulia troverai ad attenderti uno dei panorami più magici dell’intera regione. Ma andiamo per gradi.

Ci sono diversi modi per raggiungere la zona del Rifugio Corsi e Malga Grantagar, quella più diretta che ti propongo qui segue il percorso del sentiero CAI 628 il cui punto di partenza è sulla strada tra Sella Nevea e Cave del Predil.

Per raggiungerlo da Udine, guida in direzione nord verso Tarvisio. Se utilizzi l’autostrada esci al casello di Carnia, quindi continua sulla strada statale. Una volta a Chiusaforte, svolta a destra. Troverai le indicazioni che portano a Sella Nevea.

Attraverserai diversi minuscoli paesini che popolano la Val Raccolana fino a raggiungere Sella Nevea (ps. Questa è la stessa strada per vedere il Fontanone di Goriuda).

Guida ancora oltre Sella Nevea fino a quando sulla sinistra non vedrai il monumento ai caduti di seguito. A bordo carreggiata troverai anche i cartelli di Malga Grantagar. L’effettivo sentiero CAI 628 parte leggermente più avanti ma è qui che troverai adeguato spazio per la macchina. Puoi lasciare l’auto a bordo strada come noi oppure svoltare a sinistra sulla strada bianca. Troverai un secondo parcheggio dopo circa 1 km.

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Riepilogo Escursione e Traccia GPX

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Escursione al Rifugio Corsi e Malga Grantagar: l’itinerario in breve

Incamminati sulla strada bianca e prosegui fino al secondo parcheggio di cui sopra. Dalla tale area la salita si fa a tratti molto pendente.

In un primo momento il percorso si alza con ampi tornanti, mentre a circa metà dei 500 metri di dislivello che servono per arrivare alla malga, la strada sale continua senza ulteriori curve immersa in un bosco di faggi e abeti.

Una volta fuori dal bosco arriverai tra i pascoli di Malga Grantagar, dove sulla destra vedrai già sbucare il Rifugio Corsi.
Da Malga Grantagar ci sono due modi per raggiungerlo:
  • Continuando il sentiero 628, che risale dietro la malga stessa ed è indicato per chi non ha ancora molta pratica di montagna
  • Svoltando a destra sul sentiero 628a o “Dei tedeschi” che invece è adatto a chi ha già buona esperienza.
Noi decidiamo di fare un anello salendo il 628 a e scendendo con il 628. Se vuoi fare la stessa cosa arriva al parcheggio della malga, poco dopo la casetta della teleferica e svolta destra.
In un primo momento il sentiero continua in leggera discesa poi, dopo aver oltrepassato un paio di corsi d’acqua, riprende a salire.
Dapprima il sentiero risale il fianco della montagna come una comoda scalinata fatta di radici, che non presenta tratti esposti o difficili. Il percorso diventa poi più accidentato e più adatto alle persone esperte. Nei punti più critici è stato comunque installato un cavo metallico a supporto.

I tratti attrezzati non sono mai esageratamente difficili e ciò rende il sentiero davvero divertente.

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Alla fine dei pezzi attrezzati, finalmente si arriva in prossimità del Rifugio Corsi che si raggiunge con ulteriore porzione di sentiero con pendenza costante ma semplice.

Dopo una breve sosta al Rifugio (chiuso quando scrivo) e dopo aver ammirato il notevole panorama, proseguiamo la camminata in direzione della parete di roccia (su cui si può arrampicare) e dell’ampia cengia su cui prosegue il sentiero.
La cengia procede per un tratto in piano poi inizia a scendere fino ad arrivare ad un bivio al quale prendiamo la via sulla sinistra. Quella a destra porta al Passo degli Scalini che collega la vallata di Malga Gratagar con quella di Malga Credegnul. 
La discesa è semplice e piacevole e ci riaccompagna fino al porto sicuro di Malga Grantagar. Il rientro all’auto avviene sullo stesso percorso dell’andata.

Rifugio Corsi e Malga Grantagar: una defilata escursione in Friuli con un panorama degno delle Dolomiti

Io e Stefano arriviamo al parcheggio già emozionati. È da un po’ che parliamo di questa camminata e io non vedo l’ora di arrivare al Rifugio Corsi. Se saremo fortunati infatti, potremmo ammirare da vicino gli animali selvatici. 

L’escursione che ci porterà al Rifugio Corsi e Malga Grantagar può essere divisa in tre parti:
  • Il sentiero 628, dal parcheggio a Malga Grantagar
  • Il sentiero dei tedeschi (628a), da Malga Grantagar al Rifugio Corsi
  • Rientro a Malga Grantagar

Verso Malga Grantagar: una passeggiata in FVG da fare in autunno

La prima tappa della nostra escursione è Malga Grantagar.

Sin dal parcheggio, mentre ci incamminiamo sulla strada bianca è chiaro che la nostra gita, almeno in parte, sarà costellata da resti bellici. Appena partiti troviamo vecchi edifici di cui la natura si è rimpossessata e persino il cippo che separava il Regno d’Italia dall’Austria.

Continuando a salire troveremo altri segnali del passaggio militare, il più particolare di tutti è una costruzione inserita nella roccia della montagna. Ormai non si vede nemmeno più il sentiero per raggiungerla, ma scorgerla tra i fusti dei faggi ci ha messo un po’ di soggezione.

Riguardo questa parte dell’escursione che non c’è molto da dire. La strada forestale (che volendo è percorribile anche in auto, ma ti prego no) sale con ampi tornanti fino ad uno slargo che fa da punto di svolta. Da qui la salita alla Malga è diretta e sebbene pendente e monotona dona comunque una piacevole sensazione di benessere, immersa com’è in una fitta foresta di faggi, abeti, larici e qualche acero. Gli ingredienti perfetti per dare vita ad un suggestivo bosco autunnale.

Sarò sincera, ho trovato questa prima parte della camminata abbastanza noiosa. Ma è bastato arrivare nei pressi di Malga Grantagar per riconnettersi con il motivo che ci aveva fatto tanto desiderare questa gita.

Il bosco lascia spazio ai pascoli, in lontananza si sentono i campanacci delle mucche e la vista si apre. A sinistra uno scorcio dell’inconfondibile monte Canin, a destra la maestosità dello Jôf Fuart e più in basso il Rifugio Corsi. Una scena che è sufficiente a ricaricarci le pile.

Il sentiero dei tedeschi (628a), da Malga Grantagar al Rifugio Corsi

Dalla malga si leva già profumo di polenta ma noi, un po’ a malincuore, riprendiamo a salire. Il Sentiero dei Tedeschi parte poco sotto la malga in corrispondenza del parcheggio e si immerge nuovamente nel bosco.

La mulattiera risale il fianco della montagna con un sentiero ripido ma comodo. Purtroppo, anche in questa prima fase, la salita risulta noiosa. Il vero spettacolo è alle nostre spalle dove lo sguardo può spaziare su tutta la vallata di Sella Nevea.

Sentiero dei Tedeschi: i tratti attrezzati

A circa metà strada però il percorso cambia registro diventando molto divertente. La traccia si avvicina infatti al letto di un torrente su cui la montagna scarica evidenti detriti. Il sentiero si sposta pertanto a ridosso delle pareti più solide, dove è stato applicato un comodo cavo metallico per superare i punti più stretti o sdrucciolevoli.

Nonostante alcuni pezzi siano esattamente del tipo che di solito mi fa paura, il cavo mi dà la sicurezza necessaria per superarli, divertendomi non poco tra l’altro.

Oltrepassato il bivio che porta al Bivacco Brunner e a una minacciosissima “Forcella delle Cengie” continuiamo a salire alternando tratti di sentiero “standard” ad altri attrezzati che servono in realtà solo a facilitare l’ascesa.

Ci portiamo così a pochissima distanza dal Rifugio Corsi, che ci osserva silenzioso arrivare al suo cospetto. Purtroppo niente animali selvatici, solo una distante marmottina a darci un fischio di benvenuto.

Il Rifugio Corsi

Il Rifugio Corsi è al tempo stesso in sintonia e in contrasto con l’ambiente circostante. Chiuso dal 2018 se ne sta sonnacchioso tra le montagne. L’assenza di persone ad abitarlo lo fa mimetizzare con la nuda roccia che gli sta attorno. È avvolto dal silenzio, come le montagne in una uggiosa giornata di settembre.

Quello stesso silenzio stona con la bellezza del panorama e con la gioia che ho imparato ad associare ai rifugi di montagna. Il Canin è la nostra Marmolada e se c’è un posto da cui questa somiglianza è più vivida è proprio il Rifugio Corsi. La parte più polemica di me si ripete che un rifugio del genere è oro per gli escursionisti che sono ben disposti a sopportare un po’ di fatica. Se il Rifugio Corsi si trovasse in altre regioni, non sarebbe chiuso. Ne sono sicura.

Invece il Rifugio è vuoto, freddo, ci siamo solo io e Stefano a godere dello spettacolo dalla sua panchina in legno accanto alla porta. Facciamo merenda e poi ci rincamminiamo. Se possibile la parte più scenica dell’escursione deve ancora arrivare.

Rientro a Malga Grantagar

Abbiamo deciso di mangiare a Malga Grantagar e lo stomaco inizia a brontolare. Per rientrare alla malga, chiuderemo l’anello con il sentiero CAI 628. Lasciamo il Rifugio Corsi e ci avviciniamo alla parete di roccia, poi ci incamminiamo su una larga cengia. Davanti a noi il Canin è parzialmente coperto dalla roccia come il fondale di un teatro nascosto dal sipario.

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Vicino alla nuda roccia, siamo delle formichine. Sulla cengia, tra sassi naturali e vecchie costruzioni belliche, incrociamo i primi escursionisti oltre a noi.

Arriviamo ad un bivio: la strada a destra riprende a salire e porta al Passo degli Scalini che collega questa vallata con quella di Malga Credegnul. Noi andiamo a sinistra e scendiamo, con un sentiero decisamente più comodo rispetto a quello dell’andata, verso Malga Grantagar.

Il momento più bello è quello che precede di poco la malga. La traccia taglia una piccola radura dove le mucche riposano e i larici ai lati già mostrano i primi rami gialli.

Malga Grantagar

Malga Grantagar è una gioia per gli occhi. Dentro e fuori. Ci accomodiamo dentro, al centro della sala una stufa a legna scoppietta e io le rivolgo la schiena per scaldarmi e far asciugare il sudore.
Il cibo è divino, il Frico ovvimanete, ma anche uno squisito primo sale cotto alla piastra.

La Malga è a gestione famigliare e stando seduta, tra caffè di moka e fuoco accesso, si ha davvero la sensazione di essere a casa. Abbiamo fatto davvero fatica a lasciarla.

Siamo rientrati all’auto con lo stesso sentiero dell’andata.

Quando apre Malga Grantagar?

Malga Grantagar è aperta da giugno a metà settembre. I gestori sono abbastanza attivi sui social, quindi ti consiglio di seguirli su Facebook e Instagram per scoprire le effettive date di apertura.

Perché fare questa camminata tra Rifugio Corsi e Malga Grantagar?

Perché scoprirai una nuova sfumatura di Friuli Venezia Giulia. Se il vicino Altopiano del Montasio è una presenza costante tra le escursioni in Friuli da fare assolutamente, questa vallata è una chicca per chi ama i posti più defilati ed intimi.

Dal Rifugio Corsi e Malga Grantagar godrai più o meno degli stessi panorami avvolto da un’atmosfera raccolta che ti darà l’impressione di essere davanti ad uno spettacolo unico messo in scena solo per te.

Elena Feresin


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