Jôf di Sompdogna e Bivacco Stuparich
Published by Elena Feresin on
Jôf di Sompdogna e Bivacco Stuparich: un trekking autunnale al cospetto del Montasio

L’anello Jôf di Sompdogna, Bivacco Stuparich è una fantastica escursione da fare in autunno (ma non solo) per ammirare foliage, resti della grande guerra, toccare una cima e godersi una vista fantastica.
Per me il desiderio di fare questo trekking di un giorno è nato con una foto del Bivacco Stuparich vista su Instagram nel 2018. Era scattata in un giorno uggioso e la latta rossa del bivacco creava un contrasto netto con le nuvole e le rocce grigie. Ho salvato la foto e ho messo il Bivacco Stuparich nella lista le escursioni di fare. Ci sono arrivata nel 2021 anni dopo, allungando leggermente l’itinerario.
Ma andiamo con ordine.
Da Udine prendere l’autostrada A23 fino all’uscita di Tarvisio (se volete risparmiare un po’ sul pedaggio, potete anche uscire a pontebba e seguire le indicazioni per Tarvisio). Lì seguire la segnaletica verso Valbruna e la Val Saisera.
Dove parcheggiare
- Val Saisera Parcheggio 6 “Ghiaie”
- Sella Sompdogna


Riepilogo Escursione e traccia GPX
I dati di seguito fanno riferimento all’itinerario a piedi che a abbiamo fatto io e Stefano
- Km totali: 10
- Dislivello: 930 D+
- Ore totali: 5 (pause escluse)
- Sentieri CAI: 611 - 651 - 610 - 652 - 639
- Difficoltà: E
- Bambini: solo se molto abituati a camminare
- Cani: dipende dal cane
- Strutture d'appoggio: Rifugio Grego e Bivacco. Stuparich
Alcuni tratti vicino alla cima dello Jôf di Sompdogna sono esposti e potrebbero intimorire chi non è troppo esperto. Attenzione anche alla discesa dal Bivacco Stuparich che, completamente in ombra, risulta un po’ scivolosa.
L'escursione allo Jôf di Sompdogna e Bivacco Stuparich in breve
Dal parcheggio nr. 6 della Val Saisera segui le indicazioni per il Rifugio Grego. Sin da subito potrai scegliere se risalire la strada forestale o il sentiero 611, ma nel caso cambiassi idea, i due percorsi si toccano spesso.
Una volta al Rifugio Grego, decidiamo di fare una piccola deviazione fino a Sella Sompdogna che si trova a solo 15 minuti a piedi dal rifugio stesso. Dal Rifugio puoi anche andare direttamente al Bivacco Stuparich continuando lungo il sentiero 611.
Da Sella Sompdogna ci riportiamo sul sentiero CAI 610 che ci avvicinerà alla cima.
Il sentiero sale nel bosco in modo repentino fino a quota 1600 mt. slm dove troverai delle linee trincerate e dove potrai prendere un po’ di respiro.
Il sentiero prosegue fino ad una forcella dopo la quale troverai un tratto esposto dove dovrai aiutarti con alle mani per salire. Poco sotto la cima potrai visitare il piccolo Bivacco Köpfacli.
Dalla cima dello Jôf di Sompdogna, prosegui sul sentiero CAI 652 che parte proprio qualche metro sotto la croce di vetta.
Il Sentiero 652 si abbassa tra i pini mughi e procede in falso piano fino al bivio con il sentiero 611 che arriva dal Rif. Grego. Dal bivio raggiungerai il bivacco Stuparich.
Per tornare al punto di partenza, ripercorri i tuoi passi fino al bivio di cui sopra quindi prosegui sul sentiero 611. La discesa, abbastanza ripida e scivolosa, ti porterà fino ad un altro bivio tra il sentiero 611 e il sentiero 639. Continua sul primo se vuoi tornare al Rifugio Grego, scegli il secondo se vuoi arrivare direttamente il Val Saisera.
Dalla Val Saisera al Rifugio Grego - Sentiero CAI 611
Il nostro Anello Jôf di Sompdogna e Bivacco Stuparich parte dalla Val Saisera verso le 9 del mattino. In cielo c’è solo qualche nuvola a macchiare l’azzurro e il primo fresco ci solletica le guance. Ci incamminiamo sul sentiero CAI 611 in direzione Rifugio Grego.
L’autunno, quando facciamo questa gita, è appena accennato ma si intravedono già alcune foglie scarlatte.
Per raggiungere il Rifugio Grego è possibile scegliere se seguire la pista forestale (ndr. al momento è chiusa per lavori) oppure il sentiero, ben segnalato, che taglia il bosco puntando dritto verso il rifugio. Il sentiero parte bello pendente ma non presenta nessun tipo di difficoltà e ci consente di arrivare agilmente al Grego in circa 45 minuti.


Lo spiazzo assolato su cui si trova il Grego ci offre una vista quasi a 360° su ciò che ci circonda. Scorgiamo il Monte Lussari, lo Jôf di Montasio e persino il Bivacco Stuparich, meta finale della nostra gita. Anche se è ancora presto, dai camini del rifugio esce un profumino, credo di gulasch, che ci tenta e ci invita a rimanere lì senza faticare oltre, ma facciamo i bravi e andiamo avanti.
Se sei alle prime armi con le escursioni, puoi fermarti qui.

Dal Rifugio Grego allo Jôf di Sompdogna - Sentiero 651 e 610
Il nostro anello verso lo Jôf di Sompdogna prosegue esattamente dietro il Rifugio Grego dove il sentiero CAI 651 porta gli escursionisti al bivio con il sentiero 610 che sale allo Jôf dall’omonima sella. Lungo il sentiero incrocerai anche un piccolo laghetto.

Deviazione a Sella Sompdogna
Noi che non abbiamo mai visto la sella decidiamo di fare una piccola deviazione e raggiungerla a piedi. Dal Grego non sono più di 10 minuti.
Dalla Sella la vista sia apre su un’altra vallata e guardando in alto troviamo lo Jôf di Miezegnot, dove punto ad andare il prossimo anno.
Sulla Sella troviamo anche un cartello che ci dà qualche informazione sul luogo in cui ci troviamo. Sella Sompdogna si trovava infatti sulla linea difensiva dell’Esercito Italiano e tutto il sentiero 610 è costellato di reperti bellici. Scopriamo inoltre che buona parte degli avvallamenti sul terreno che ci circonda sono crateri lasciati dall’esplosione delle granate.
Anche qui, come sul Pal Piccolo, sento un brivido lungo la schiena.
Verso lo Jôf di Sompdogna
Ritorniamo sui nostri passi e ci incamminiamo sul sentiero 610. Anche in questo caso il sentiero si alza nel bosco e, benchè di pendenza marcata, non presenta tratti esposti. Secondo noi è stato parzialmente rovinato dalla tanta neve caduta nell’inverno 2020/2021, ma niente che non si possa affrontare, eventualmente aiutati dai bastoncini.
A circa 1600 mt s.l.m., in corrispondenza di alcune linee trincerate il sentiero spiana e la vegetazione si abbassa permettendoci di intravedere finalmente lo Jôf di Sompdogna.

Il sentiero prosegue in salita, circondato dai pini mughi, fino ad una forcelletta. Da qui la traccia si stringe e diventa più esposta portandoci con svolte strette verso la cima.
Questo tratto è il motivo per cui ho messo il + al livello dell’escursione. Assieme a noi su questo ultimo pezzettino di sentiero c’era un gruppetto di persone, alcune delle quali erano visibilmente non pratiche di montagna. Le abbiamo affiancate e accompagnate per un po’ ma erano in ansia e, praticamente arrivate in cima, hanno rinunciato per la paura. Cerca di non rovinarti la gita. Non importa quanto sia bella la camminata autunnale, studia il percorso e valuta sempre se corrisponde al tuo livello di preparazione.
Il Bivacco Köpfacli
A pochi passi dalla vetta, arriviamo alla chicca (che non mi aspettavo) di questa escursione: il Bivacco Köpfacli. Un minuscolo ricovero incuneato nella roccia e completo di tutto, tavolo, sedie, stufa e moka. Non ho potuto resistere e ho speso qualche minuto per scrivere sul libro i miei pensieri.

Sulla vetta dello Jôf di Sompdogna
Passato il bivacco Köpfacli mancano davvero pochi metri alla cima. Raggiungiamo la croce sotto lo sguardo del Montasio che ci osserva dall’alto. Lo spiazzo è spazzato da un forte vento e ad intervalli regolari siamo immersi nelle nuvole. Ci fermiamo il tempo necessario per le foto (compreso qualche video scemo) e per ammirare, quando la fumate non ci avvolge, le cime attorno a noi tra cui spuntano Cima Cacciatore, il Nabois Grande e lo Jôf Fuart. Poi proseguiamo il giro.

Verso il Bivacco Stuparich - Sentiero CAI 652 e 611
Il sentiero CAI 652, che ci farà avvicinare al Bivacco Stuparich, parte a qualche passo dalla croce di vetta. Si sviluppa proprio alle sue spalle spingendosi verso altri alloggiamenti della Prima Guerra Mondiale.
In questo tratto le costruzioni sono ben conservate e si capisce ancora meglio come vivevano i soldati. Il sentiero si abbassa di quota dolcemente circondato dai pini mughi. A questo punto del nostro anello siamo ormai da soli e ci godiamo la vista e il sole d’autunno.
Attraversiamo un lembo di neve alla base del Montasio e ci avviciniamo al Bivacco Stuparich. Prima di raggiungerlo cambiamo ancora una volta sentiero e ritorniamo sul 611 che ci aveva accompagnato fino al Grego.
Il Bivacco Stiparich
Il Bivacco Stuparich si trova su uno sperone di roccia affacciato sulla Val Saisera, in un piccolo avvallamento del terreno all’ombra del Montasio. Nonostante sia circondato dalla vegetazione il suo colore rosso fuoco lo rende immediatamente riconoscibile.
Di proprietà della Sezione CAI di Trieste è forse uno dei bivacchi in latta più confortevoli e accoglienti che io abbia visto. C’è un piccolo angolo pranzo, circa 12 letti e persino un bagno poco lontano dalla struttura (non so in che condizioni si trovi).
Pranziamo trastullati dal sole. Ripenso alla prima foto che ho visto di questo posto e lo trovo ugualmente bello anche con il sole e il cielo azzurro. Vorrei potermi fermare oltre ma il giro non è ancora finito.
Ritorniamo sui nostri passi fino al bivio tra i sentieri CAI 611 e 652 e deviamo verso destra per scendere verso la Val Saisera.

La discesa verso la Val Saisera - Sentiero CAI 611 e 639
Questo tratto di sentiero è abbastanza ripido. Si scende in una specie di conca rocciosa formata da scalini di pietra abbastanza alti e scivolosi. Ciò ci consente di perdere quota ma non di procedere troppo velocemente. Arriviamo sul letto ghiaioso di un torrente che attraversiamo e troviamo quindi un nuovo segnavia che ci indica la strada verso il Rifugio Grego. Procedi come indicato se hai lasciato l’auto a Sella Sompdogna.
Se invece, come noi, hai optato per la Val Saisera, scegli il sentiero 639 che si abbassa parallelo al torrente. Ad un certo punto entrerai in una faggeta che ti porterà fino alla zona Spragna in Val Saisera (per capirci, il punto più estremo della pista da sci di fondo).
Da qui, camminando sul ghiaino, si ritorna velocemente al parcheggio.


Perché fare l’anello Val Saisera, Jôf di Sompdogna, Bivacco Stuparich
Secondo me la parte migliore della Val Saisera non sono i punti super instagrammabili ma la varietà di paesaggio che si trova in uno spazio tutto sommato piccolo. Dalle faggete che in autunno prendono fuoco a qualche ghiaione, dalla foresta a tratti con vegetazione molto bassa. Come se non bastasse, è sufficiente guardarsi attorno per trovare reperti delle Guerre Mondiali o segni della cultura di confine che c’è qui (basti pensare anche a Cappella Zita).
Vedere i resti della guerra mi affascina sempre e al tempo stesso mi intristisce. Per le vite umane andate perse ma anche per il genio usato per costruire trincee e costruzioni in luoghi impossibili con l’unico scopo di guadagnare pochi metri di terreno.

0 Comments