Stavoli di Moggio
Published by Elena Feresin on
Stavoli di Moggio: la primavera nel paese abbandonato che si raggiunge solo a piedi

Immagina un luogo isolato dal resto del mondo. Forse la prima immagine che ti viene in mente è un atollo tropicale, ma oggi per isolare un posto non serve molto. Basta togliere mezzi comodi per raggiungerlo. Stavoli di Moggio è un borgo abbandonato del Friuli Venezia Giulia. Fratello minore delle due Moggesse è la meta per una bella camminata in primavera per prendersi una pausa dal resto del mondo.
La partenza dell’escursione che porta a Stavoli di Moggio parte dal paese di Campiolo, frazione di Moggio Udinese.
Per raggiungerlo da Udine guida verso nord lungo la Strada Statale SS13 in direzione Tarvisio. Sulla sinistra troverai la strada per Moggio Udinese.
Superato il ponte gira a sinistra in direzione Campiolo e procedi fino a raggiungere la frazione. La partenza del sentiero si trova al centro di Campiolo di Sopra.
Dove parcheggiare

Come anticipato la partenza del partenza del sentiero è dal centro del piccolo paese di Campiolo. Quando vedrai il segnavia CAI (sulla sinistra) procedi per un centinaio di metri. Troverai sulla destra uno spiazzo in cui lasciare l’auto.
Riepilogo escursione e GPX
- Km totali: 7
- Dislivello: 400 D+
- Sentiero CAI: 417
- Tempo totale:2h30
- Difficoltà: E
- Bambini: Sì (marsupio o 5<)
- Cani: Sì
- Punti d'appoggio: non presenti
L'itinerario verso Stavoli di Moggio
L’escursione agli Stavoli di Moggio può essere divisa in due parti:
- Da Campiolo di Sopraa al ponte sul Rio Glagnò. Questa parte è quasi interamente pianeggiante.
- Dal ponte sul Rio Glagnò a Stavoli di Moggio. Questa parte è quella in cui farai quasi tutto il dislivello.
La camminata non presenta particolari difficoltà e non ci sono tratti pericolosi, il che la rende fattibile anche dai bambini (Camminabimbi dice dai 4 anni in su, tu considera uno sforzo simile alla salita al Rifugio Giaf).
La gita a Stavoli di Moggio è consigliata in tutte le stagioni ma secondo me si presta per una bella camminata primaverile in un angolo Friuli Venezia Giulia non più conosciuto.
Se digiti Campiolo su Google lo troverai abbinato alla parola Autogrill. Campiolo Ovest è un punto di ristoro sulla A23 e il paese che prima godeva di una bella vista sul Fiume Fella ora si ritrova davanti i piloni dell’autostrada.
Stavoli è lontana anni luce dalla frenesia del mondo moderno e gli ultimi strascichi di Campiolo fanno da cuscinetto di decompressione per accompagnarci in un mondo che non esiste più.
Il sentiero CAI 417 parte in discesa, serpeggia tra le case finite a metà e ci scorta fino alla riva del Rio Glagnò.
Proseguiamo costeggiando il fiume per un lungo tratto. Gli occhi si dividono tra l’ammirazione per l’acqua cristallina e le imponenti e incombeti pareti di roccia che ci fanno sentire sul fondo di un canyon. Superiamo un sottopassaggio sotto la ferrovia e dopo qualche centinaio di metri raggiungiamo il ponte in ferro sul Rio Glagnò.
Dal ponte sul Rio Glagnò a Stavoli di Moggio

Prima o poi la salita arriva. Qui la troverai ad attenderti dopo il ponte sul Rio Glagnò.
Il lato positivo è che la salita che porta a Stavoli di Moggio è fatta tutta a scalini. Ti sembrerà quasi di fare step in palestra con la soddisfazione di non aver pagato e di stare arrivando in un bel posto.
Ad accompagnarti troverai folti cespugli di erica e qualche edicola votiva. Man mano che ti alzerai gli alberi si faranno più radi e ad un certo punto riuscirai ad avere una bella visuale sulla vallata e Moggessa di Qua e Moggessa di Là.
Pur non avendo tratti pericolosi, questo sentiero ti farà comunque provare qualche brivido quando attraverseri altri ponticelli in ferro sopra a profondi burroni.
Stavoli di Moggio

Il bosco finisce di punto in bianco per lasciare spazio ad ampi prati in fondo ai quali scorgerai Stavoli.
A darti il benvenuto nella piccola frazione di Moggio troverai la chiesa del Sacro Cuore di Gesù.
Quando visitiamo Stavoli appare completamente disabitato ad eccezione di un signore che troviamo a fare legna. Il silenzio è rotto solo dal lento scorrere dell’acqua in piccoli canali di scolo e dal vento che si insinua tra le strette calli. A parte il boscaiolo, l’unico indizio che fa presagire la presenza umana è il profumo di sugo che annusiamo tra le vie.
Perditi tra le vie e se la trovi arriva fino alla vecchia fontana/lavatoio che noi abbiamo mancato. In alternativa torna alla chiesa e siediti qualche minuto sulle vicina panca.
Il rientro è sullo stesso sentiero dell’andata.
La storia di Stavoli

Non si hanno molte informazioni sull’origine di Stavoli. Sui documenti appare per la prima volta nel 1800.
Nonostante il paese sia sempre stato raggiungibile solo a piedi ì, negli anni ha ospitato anche 200 abitanti che erano persino riusciti a farsi collegare l’acquedotto.
In paese troverai alune tabelle illustratrative con foto d’epoca e qualche informazione sulla storia del luogo.
Perchè fare questa camminata a Stavoli di Moggio
L’escursione a Stavoli di Moggio è molto più di una bella camminata primaverile in Friuli Venezia Giulia. È una di quelle gite che non lasciano indifferenti.
Come facevano a vivere qui? Come si vive isolati dal mondo? Potrei vivere in un posto del genere? Il paradiso assomiglia a qualcosa del genere?
Sono solo alcune delle domande che potresti farti tra le case di Stavoli. Nel momento in cui scrivo (Marzo 2022) il mondo sembra andare a rotoli. La guerra è tornata in Europa e stiamo facendo i conti con la nostra ingordigia d’energia. Camminando tra le vie di Stavoli non sapevo se quello che avevo davanti erano vestigia del passato o uno sguardo nel futuro a cui inevitabilmente torneremo.
Stavoli è forse meno carino defli Stavoli di Orias ma è più isolato. Dà l’idea di essere in un altro mondo con regole e ritmi diversi da quelli che si trovano in pianura.
È interessante inoltre constatare che nonostante il progresso per isolare e far abbandonare un luogo è sufficiente eliminare modi comodi per raggiungerlo. Camminare è davvero diventato un gesto sovversivo.
4 Comments
Salvatore · Agosto 7, 2022 at 7:04 am
Complimenti per il bel resoconto…
Elena Feresin · Agosto 7, 2022 at 1:02 pm
Grazie molte Salvatore =)
Dellacà Emilia · Giugno 3, 2023 at 11:19 am
Dopo esserci stata anch’io non posso che complimentarmi x il resoconto e condividere la riflessione che “ camminare è un atto sovversivo “ ( come usare il buon senso d’altronde
Elena Feresin · Giugno 3, 2023 at 1:01 pm
Grazie mille! Sono contenta che il racconto renda giustizia al luogo =)