Forra della Cjanevate e Buse dai Pagans
Published by Elena Feresin on
Forra della Cjanevate: il canyon di Cavazzo Carnico. Ovvero l’esperienza in Carnia che non ti aspetti

Se ti dico “canyon” probabilmente non ti viene in mente Cavazzo Carnico, eppure la Forra della Cjanevate e la Buse dai Pagans si trovano proprio lì.
Si raggiungono con una camminata semplice ma non banale che sono sicura che ti lascerà a bocca aperta. Se hai il cuore temerario e sai farlo, vicino alla forra troverai anche una parete da arrampicata.
Nell’articolo 7 motivi per visitare il Friuli Venezia Giulia, al secondo punto avevo scritto “In FVG c’è tutto”. La Forra della Cjanevate ha aggiunto anche per me un tassello a questa affermazione.
Caso ha voluto che circa due settimane prima di fare questa brevissima gita, avessimo raggiunto la cima del Monte Amariana, sul quale, dal parcheggio per visitare la Forra, si ha una vista spettacolare.
Uscire dalla Forra e ammirare uno scorcio dell’Amariana al tramonto mi ha fatto sorridere. Nel giro di qualche giorno e di pochi chilometri sono passata dalle vette alle viscere della terra.
Se ti ho convinto continua a leggere.
- Se userai l’Autostrada A23 esci al casello Carnia e prosegui in direzione Tolmezzo. Poco dopo troverai sulla destra lo svincolo per raggiungere Cavazzo
- Se non vuoi usare l’autostrada guida fino a Gemona. In corrispondenza dell’incrocio dove si trova il Ristorante/Pizzeria “La Perla” svolta a sinistra. Oltrepassa il ponte sul Tagliamento quindi svolta a destra e prosegui fino a oltrepassare i paesi di Braulins, Bordano e Interneppo. Scorri accanto il lago di Cavazzo fino a raggiungere Cavazzo Carnico.
Indicazioni per l’escursione

L’escursione alla Forra della Cjanevate è molto breve e non ha dislivello.
- Difficoltà: E
- Bambini: Sì ma prestare attenzione per l’attraversamento del Torrente Faèit e il raggiungimento della Forra
- Cani: Sì ma occhio a quelli di piccola taglia
Forra della Cjanevate e Buse dai Pagans: l’escursione in breve
ATTENZIONE!!! L’Intero percorso è molto scivoloso!!!
Sullo spiazzo, in direzione del Torrente Faèit c’è un evidente cartello dedicato ad un insolito legame tra la Carnia e la Divina Commedia di Dante Alighieri (poi ti spiegherò meglio).
Quasi a fare le veci di Virgilio, la targa indica il punto d’inizio del sentiero che porta alla Forra della Cjanevate. La traccia, umidissima, scende sulla riva del torrente. Facendo MOLTA attenzione a dove metti i piedi, oltrepassa il corso d’acqua fino a raggiugere il sentiero sulla sponda opposta (lo vedrai sulla sinistra).
La palestra di roccia Falesia Cjanevate
Superato il torrente procedi lungo il sentiero. Dopo pochi passi, sulla destra troverai un’imponente falesia sulla quale sono evidenti i segni dei percorsi di arrampicata. Corde, moschettoni e qualche bancale raccontano di un luogo molto usato.
Già dalla falesia, guardando sulla sinistra, avrai un primo scorcio della Buse dai Pagans e della Forra della Cjanevate.
La Buse dai Pagans

Raggiungere la Buse dai Pagans, ovvero la Grotta dei Pagani, è abbastanza semplice.
Scendi verso il Rio Cjanevate e risali dalla parte opposta per arrivare all’antro. Nel profondo della grotta, sulla destra, c’è una costruzione militare che faceva parte della linea difensiva del Vallo Alpino. Anche all’interno della grotta è possibile scalare.
I miti e le leggende sulle grotte si sprecano, e so che l’analogia è abusata, ma dal fondo della grotta la sensazione è proprio quella di stare nella bocca di un enorme animale. Siamo come Pinocchio e Geppetto nella pancia della balena.
Forra della Cjanevate

Dopo la grotta è il momento di visitare la Forra della Cjanevate. Per farlo ci vuole un po’ di dimestichezza.
Ritorna sul letto del Rio Cjanevate e inizia a risalirlo. Qui presta particolare attenzione perché dovrai supere alcune grosse pietre perennemente umide. Non c’è un percorso prestabilito, dovrai creare quello che va meglio per te e che ti dà più sicurezza. Qui i bambini piccoli e i cani di piccola taglia potrebbero avere difficoltà.
Se riuscirai a superare il percorso ad ostacoli, la ricompensa sarà grande.
Quando i piedi poggiano sul soffice tappeto di ghiaia, lo sguardo fatica a contenere tutta la meraviglia della Forra della Cjanevate. La forra non è molto lunga ma le pareti grigie, spatolate di muschio, si elevano di almeno cinquanta metri sopra le nostre teste. Se l’Antro dei Pagani è la bocca qui siamo nell’intestino della terra e a farci luce solo uno stretto filo di cielo.
Credo mi ci vorrà almeno una seconda visita prima di esprimere in modo corretto tutte le sensazioni che il posto mi ha suscitato. Ho percepito un’atmosfera particolare di connessione con la terra, ma ero troppo estasiata dalla bellezza di quello che mi stava attorno per comprenderla fino in fondo.
Il rientro all’auto avviene sullo stesso percorso.
Perché visitare la Forra Cjanevate
Perché ogni tanto l’ego ha bisogno di essere rimesso al suo posto. Scalare le montagne è un buon modo per tenerlo a bada, ma allo stesso tempo, raggiungere la cima può ubriacarci l’autostima, fomentando lo spirito della conquista. Nella Forra della Cjanevate non c’è niente da conquistare. Si può solo stare e constatare quanto piccoli siamo.
Dove mangiare a Cavazzo Carnico
Se la camminata alla Forra Cjanevate ti ha fatto venire fame, puoi fermarti a mangiare un boccone a Borgo Poscolle che trovi proprio sulla Strada Regionale 512.
Dante in Carnia: ecco svelato il mistero
Il cartello che indica l’inizio del sentiero fa parte dell’iniziativa Dante in Carnia. Un progetto che ha organizzato diverse letture della Divina Commedia nei luoghi più suggestivi della Carnia.
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