Rileggere Cime Tempestose a 30 anni

Published by Elena Feresin on

Ritorno nella brughiera

Leggere-Cime-Tempestose

Quando ero più giovane sono stata una rilettrice seriale, poi ho riflettuto che al mondo ci sono troppi libri per “sprecare tempo” con quelli già letti e ho smesso.
La scorsa estate però mi sono imbattuta nel podcast di Michela Murgia Morgana e ho ascoltato con molto interesse l’episodio dedicato alle sorelle Brontë. È così che ho deciso di rileggere Cime Tempestose, a 30 anni. Sono andata a casa dei miei genitori, mi sono fatta strada tra i libri nuovi e ho recuperato la mia, ormai ingiallita, edizione Penguin Classic (ce l’ho sia in italiano che in inglese). È stata un’esperienza così sconvolgente, che credo la ripeterò con altri libri.

Ma prima facciamo un passo indietro.

Emily Brontë naque nel 1818 a Thornton nello Yorkshire. La sua vita fu tempestosa quasi quanto il suo romanzo e fu una grossa fonte di ispirazione. Rimasta orfana di madre in tenera età Emily, le sorelle, e l’unico fratello, vennero lasciati a loro stessi dal padre curato e fecero della brughiera inglese il loro parco giochi.

La loro educazione fu perlopiù casalinga, ad eccezione dell’anno che Emily e la sorella Charlotte passarono in un collegio dalle regole severissime. Questa esperienza segnò così tanto le due Brontë da diventare fonte di ispirazione per Jane Eyre, il romanzo di Charlotte.
Ritornate in famiglia, le Brontë vissero un periodo relativamente felice in cui il passatempo preferito era inventare storie ambientate su isole immaginarie. Purtroppo, di questi testi ci è rimasta solo qualche poesia.

Fu proprio grazie alle poesie che Charlotte si accorse del talento letterario di Emily. Nel 1846 le poesie di Charlotte, Emily e Ann (autrice di Agnes Grey) vennero pubblicate sotto pseudonimo con il titolo Poems by Currer, Ellis and Acton Bell.

L’anno successivo, fu la volta di Cime Tempestose. Il romanzo però non fu apprezzato dalla critica dell’epoca che lo ritenne amorale. Fu solo il tempo a fare di Cime Tempestose un successo di cui Emily non ne poté godere poiché morì nel 1848 a soli 30 anni.

La trama di Cime Tempestose

Riassumere la trama di Cime Tempestose è difficilissimo e intricato. Tanto che quando ci ho provato con Stefano ha alzato bandiera bianca. Abbiate pazienza, se provate confusione è normale, non vi resta altro che leggere il libro.

L’arrivo di Heathcliff

I fratelli Hindley e Catherine Earnshaw vivono a Cime Tempestose con il padre che, dopo un viaggio di lavoro, porta a casa un bambino di nome Heathcliff. Orfano, poco educato e dall’aspetto gitano, Heathcliff è oggetto di scherno da parte dei fratelli Earnshaw tanto che il padre è costretto a mandare il maggiore, Hindley, in collegio. Rimasta sola con Heathcliff, Catherine cambia idea sul ragazzo e i due diventano inseparabili.

Alla morte del padre, Hindley torna dal collegio accompagnato dalla nuova moglie e può finalmente vendicarsi sul ragazzo colpevole di averlo privato dell’affetto paterno. Diventato padrone di Cime Tempestose, costringe Heathcliff a lasciare gli studi e a lavorare come servo. Nonostante tutto, il legame tra Heathcliff e Catherine continua a crescere e i due approfittano di ogni momento per giocare assieme nella brughiera.

Thrushcross Grange e i Linton

Durante una delle scorribande, Catherine entra nel parco della vicina magione Thrushcross Grange dove viene morsa da un cane. Costretta a rimanere a lì per qualche settimana, Catherine viene accolta dalla ricca famiglia Linton e instaura un forte legame con Edgar, il primogenito. Ritornata a Cime Tempestose, anche Catherine non vede più Heathcliff con gli stessi occhi a causa del paragone impietoso con i Linton. Negli anni successivi, Catherine coltiva un rapporto con Edgar ma continua ad amare segretamente Heathcliff. Durante un momento di confessione con la governante Nelly, Catherine dice che nonostante sia perdutamente innamorata di Heathcliff non potrà mai sposarlo. Heathcliff origlia solo parte del discorso e, convinto di essere disprezzato da Catherine, decide di partire in cerca di fortuna. Con Heathcliff lontano, Catherine sposa Edgar Linton.

Nel frattempo, Hindley diventa padre del piccolo Hareton ma, rimasto vedovo proprio a causa della nascita del figlio, si dà all’alcolismo e al gioco d’azzardo.

La vendetta di Heathcliff

Heathcliff torna a Cime Tempestose dopo circa tre anni ed è un uomo cambiato. È diventato ricco ma è ancora accecato dall’amore per Catherine. Presta ripetutamente visita a quest’ultima che, incinta e dilaniata dall’amore per Heathcliff ed Edgar, muore dando alla luce una bambina che verrà chiamata anch’essa Catherine (da qui in avanti Cathy).

Senza più Catherine, Heathcliff può compiere la sua vendetta nei confronti di tutti quelli che lo hanno privato della felicità. Per prima cosa si scaglia su Hindley di cui fomenta i vizi fino a farsi intestare Cime Tempestose come pagamento per i debiti di gioco. Quando Hindley muore, Heathcliff riduce il figlio Hareton in una condizione di miseria e ignoranza, proprio come Hindley aveva fatto con lui.
Nel frattempo, sposa con l’inganno Isabella Linton e diventa padre di un figlio. Alla morte di Isabella, prende il ragazzo, molto cagionevole di salute, e fa di tutto per avvicinarlo alla cugina Cathy con lo scopo di farli sposare e diventare padrone di Thrushcross Grange.

Solo una volta compiuta la sua vendetta, Heathcliff troverà la pace nella morte.

La storia, che se ancora non conosci ti invito a scoprire, ci viene presentata sotto forma di un lungo racconto riferito dalla governante Nelly Dean a Mr. Lockwood, nuovo affittuario di Thrushcross Grange.

Rileggere Cime Tempestose a 30 anni

La prima volta che ho letto Cime Tempestose ero al liceo linguistico, era la metà degli anni 2000 e accanto ai libri di letteratura leggevo anche Twilight. Nello specifico, nel secondo volume della saga vampiresca, New Moon, la protagonista Bella si sente una moderna Catherine Earnshaw, divisa tra l’amore per il vampiro Edward (Heathcliff) e quello per il licantropo Jacob (Edgar Linton). Io, influenzata dagli ormoni, mi crucciavo con lei. All’epoca, la mia percezione di Cime Tempestose venne filtrata dall’interpretazione romantica della storia suggerita da New Moon, ed è rimasta invariata fino all’estate appena passata.

Non è una storia romantica

Ora non sono più vergognosamente ossessionata con Twilight, gli ormoni sono a bada e sono oramai arrivata nei trenta. Potete quindi immaginare la mia sorpresa nello scoprire che Cime Tempestose NON è un libro romantico bensì una storia con personaggi egoisti, rancorosi e vendicativi e che tra le pagine non ci sono eroi ma solo persone molto disperate.
Cime Tempestose è a conti fatti una tragedia.

Ma andiamo con ordine.

Tre cose ora ho capito in modo diverso

  1. Heathcliff non è un eroe romantico e nel 2021 lo chiameremmo stalker. Ha nei confronti di Catherine un attaccamento malsano e ossessivo. Si apposta sotto la sua finestra, si intrufola in casa sua e non la lascia in pace nemmeno da morta. Il sentimento che lo muove non è amore ma rancore. È convinto che tutti gli abbiano fatto torto e non vede quanto di sbagliato ha fatto lui. Ogni cosa che fa è mossa dall’orgoglio ferito e non da amore sincero.
  2. Edgar Linton e Hareton sono le vere vittime del romanzo, persone buone che hanno avuto la sfortuna di volere bene a elementi molto instabili.
  3. Mr. Lockwood aveva delle mire verso Cathy. Non me lo ricordavo, ma  rileggere Cime Tempestose a 30 anni mi ha rivelato anche questo pezzettino del puzzle. Mi è sembrato che con il “triangolo” Cathy-Hareton-Lockwood, Emily Brontë abbia voluto riparare quello di Catherine-Heathcliff-Linton. Cathy trova il modo di convivere con il “degrado culturale” di Hareton e assieme vivono una storia d’amore sana. Nelly fa a Lockwood il quadro della situazione e questo, giustamente, decide che è meglio non impicciarsi.

Tre cose che non sono cambiate

  1. L’ambientazione del romanzo è forse la cosa che amo di più di Cime Tempestose. La brughiera dello Yorskshire, nel nord dell’Inghilterra, è una terra povera di vegetazione, inospitale e perennemente battuta dal vento e io l’ho sempre amata. Mi sono innamorata di questi luoghi invasi dall’erica (il brugo) leggendo Il Giardino Segreto di Frances H. Burnett quando ero bambina e da allora continua ad affascinarmi. Piccolo fun fact, anche i Friuli Venezia Giulia abbiamo la nostra piccola brughiera, ovvero i Magredi di Pordenone.
  2. Nelly Dean rimane uno dei personaggi più antipatici del romanzo. Avrebbe potuto fare di più, sarebbe bastata una sua parola per placare gli animi invece ha spesso contribuito a mettere zizzania tra le parti a seconda delle sue simpatie.
  3. È possibile provare antipatia per tutti i personaggi ma amare il romanzo in generale? Direi di sì perché anche da adolescente non mi ero affezionata a nessuno dei personaggi, nonostante l’influenza di Twilight. Nemmeno da adulta è successa la magia, ma ad un certo livello credo che sia proprio la loro antipatia a renderli speciali. Nel loro essere imperfetti sono anche estremamente reali e nel romanzo funzionano. È facile far amare un romanzo quando i personaggi sono tutti eroi, amabili, simpatici e vincenti, più difficile è farlo con personaggi dall’animo difettoso ma Emily Brontë ci è riuscita.

È valsa la pena rileggere Cime Tempestose a 30 anni?

In conclusione, direi di sì. Non avevo capito quanto Cime Tempestose fosse rivoluzionario. In un mondo Vittoriano in cui ci hanno abituato a considerare rivoluzionaria Elizabeth Bennet per aver rifiutato il ricco Mr. Darcy, Emily Brontë popola il suo romanzo di antieroi, di personaggi meschini e pieni di difetti. Ci mette il gelo della brughiera, morti e fantasmi e priva i lettori di un lieto fine. Se non è rivoluzionario questo.

Nonostante il romanzo mi fosse piaciuto anche da adolescente, ho colto tutte le sue sfumature solo rileggendolo da adulta. La mia percezione è così cambiata che rileggere Cime Tempestose è stato davvero come scoprire un libro completamente nuovo.

Sono davvero curiosa, e al tempo stesso intimorita, di ripetere l’esperimento con altri libri della mia adolescenza. L’unico libro che per ora ho riletto è Le Streghe di Roald Dahl.

Tu hai mai letto lo stesso libro in due fasi diverse della tua vita? Quali differenze hai notato?

Elena Feresin

Categories: Libri

0 Comments

Lascia un commento

Avatar placeholder

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.