Gli schifosi di Santiago Lorenzo
Published by Elena Feresin on
Gli Schifosi di Santiago Lorenzo: per essere felici bisogna togliere il superfluo?

Gli Schifosi è un romanzo dell’autore spagnolo Santiago Lorenzo. Edito per la prima volta nel 2018 racconta la storia di un giovane ragazzo che si isola dal chiassoso e “schifoso” mondo moderno. Una lettura leggera dal tono spesso ironico che però mette sul tavolo questioni interessanti che fanno riflettere.
Un libro che non mi ha convinto del tutto. Grazie a Bagaglio Leggero per il suggerimento.
Valutazione
Trama de Gli Schifosi
Manuel, classe 1991, è un ragazzo di Madrid che fatica a trovare il suo posto nel mondo. In una società occidentale che vuole tutti vincenti, Manuel è quello che si potrebbe chiamare uno sfigato, poco incline alla socialità che fa lavori malpagati e vive in una topaia. La sua vita cambia quando, durante una manifestazione, ferisce con un cacciavite un agente di polizia.
Convinto di aver ucciso il poliziotto e impaurito dal carcere, Manuel fugge aiutato dallo zio, narratore del romanzo.
Manuel si nasconde in un paesino disabitato della Spagna e qui si adatta alla vita da eremita. Quello che inizia come una necessità si trasforma presto in un vero stile di vita. In una solitaria ricerca della felicità Manuel scopre che, nella vita, la gratificazione non arriva accumulando oggetti inutili ma per sottrazione.
SPOILER - Come finisce Gli Schifosi di Santiago Lorenzo
Proprio quando il protagonista trova il suo equilibrio nell’isolamento, una famiglia arriva al paese e inizia a ristrutturare la casa adiacente a quella di cui Manuel si è appropriato.
I nuovi arrivati, gli Schifosi del titolo, sono chiassosi, ingordi e accumulano ogni genere di inutilità occidentale (tra cui uno scalda rotolo per la carta igienica).
Manuel decide di spingerli alla fuga approfittando dei momenti d’assenza per sabotare piccoli oggetti della casa. L’intervento alla caldaia provoca un incendio che costringe Manuel ad abbandonare il suo nascondiglio e a ritornare, almeno temporaneamente, alla sua vita.
Si scopre quindi che in realtà il poliziotto non è deceduto a causa di Manuel e che la polizia non era mai riuscita a risalire a lui come autore dell’aggressione.
Benchè al sicuro, Manuel decide comunque di ritirarsi nuovamente ad una vita da eremita da qualche parte nel mondo.

Il mio parere su Gli schifosi di Santiago Lorenzo
È passato un po’ di tempo da quando ho letto Gli Schifosi di Santiago Lorenzo e non ho ancora deciso se mi piace o meno. Per dirla in breve, ho apprezzato la storia ma non come è stata scritta.
Cosa mi è piaciuto
La storia è senz’altro originale e atipica. Strizza l’occhio a diversi generi letterari. Sicuramente al thriller ma il percorso di “eremitizzazione” che fa Manuel potrebbe anche categorizzare questo libro come uno strano romanzo di formazione.
I temi trattati sono affascinanti e di certo non lasciano indifferenti il lettore attento. Amando molto la montagna (a proposito, hai visto la sezione ESCURSIONI del sito?) e i posti sperduti, mi sono spesso chiesta se in questo mondo ingordo non fosse necessario andare per sottrazione.
La risposta che mi sono data, anche se con risvolti meno estremi di quelli di Manuel, è che sì abbiamo tanto, troppo, e togliere non fa male. Si può eliminare il superfluo e persino quello che sembra essenziale (acqua corrente, gas, elettricità) in realtà non lo è.
Siamo così immersi nella nostra bambagia da dimenticare che anche queste invenzioni sono recenti e che comunque buona parte del mondo continua a non averle.
Gli Schifosi di Santiago Lorenzo porta a galla questi temi in modo leggero e immediato.
Cosa non mi è piaciuto
Non ho apprezzato la scrittura di Santiago Lorenzo. L’ho trovata un po’ piatta e poco coinvolgente. Con tematiche così significative e tutto sommato vicine a me, mi aspettavo di simpatizzare con Manuel, che tra l’altro è classe 1991 come lo sono io, ma in realtà mi è rimasto indifferente. È un personaggio che nel corso del romanzo fa dei cambiamenti ma di fatto rimane uguale a sé stesso. L’isolamento non fa crescere Manuel, accentua semplicemente il carattere solitario e asociale che aveva già a Madrid.
Dalla scrittura non trapela quel calore e il fascino della scoperta che avevo amato inLe Otto Montagnee soprattutto ne Il Ragazzo Selvatico di Paolo Cognetti.
Manca anche quella voglia di coinvolgere gli altri, e quindi il lettore, nel proprio mondo come accade nei romanzi di Mauro Corona.
Se da un lato l’autore è da ammirare per aver tenuto così fede all’indole del proprio personaggio dall’altro è da recriminare per aver messo una spessa barriera così spessa tra il lettore e il mondo da lui creato.
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